venerdì 31 luglio 2015

I miasmi: chi sono…costoro?

Hahnemann classificò, con i criteri del suo tempo, le modalità patologiche reazionali –esistenziali in categorie che, se ne cambiamo il nome secondo la terminologia fisiopatologica moderna, sono vere anche oggi e costituiscono una prova impressionante della grandissima genialità di questo medico di  più di duecento anni fa.
Hahnemann chiamò dunque i MIASMI: PSORA (che significa scabbia), SICOSI (gonorrea )e SIFILIDE.
Per   PSORA Hahnemann  intendeva la malattia universale, diffusa, ubiquitaria, la cui presenza costituisce il fondamento e il requisito perché tutte le altre malattie possano manifestarsi . Oggi si potrebbe definire genericamente una  meiopragia, una disreattività intesa nel senso di una incapacità a reagire in modo adeguato a stimolazioni di qualsiasi genere. In poche parole una diatesi (=predisposizione ad ammalarsi) disergica/ipoergica (Granata). Le allergosi, la sindrome ansioso-depressiva, tutti i disturbi con caratteristiche di alternanza entrano, per esempio, in questa categoria.

La  SICOSI era stata definita da Hahnemann in questo modo perché egli aveva osservato le proliferazioni genitali  dei malati di gonorrea, le loro secrezioni torpide; e anche  qui   traducendo nella terminologia scientifica moderna  si parla di  diatesi disreattiva-produttiva , cioè della tendenza organica a reagire agli stimoli mediante una iperproduzione e neoformazione di tessuto . Siamo nel campo della ritenzione idrica-cellulite-, dei tumori, delle neoformazioni, per esempio. Sul versante psichico pensiamo alla iperproduzione di pensieri che possono condurre anche alle manifestazioni deliranti.

La terza   DIATESI, quella della SIFILIDE, era stata suggerita a Hahnemann  dalla osservazione dei fenomeni distruttivi provocati dalla sifilide nei suoi stati avanzati. Anche qui basta tradurre il concetto in quello di diatesi disreattiva-necrotica per averne una descrizione che a distanza di secoli rimane valida. Tutte le manifestazioni necrotico-ulcerative, la  depressione autodistruttiva, la malinconia patologica, sono esempi di manifestazioni sifilitiche o luetiche in senso miasmatico.

mercoledì 29 luglio 2015

Le parole che ascoltano: il linguaggio dell'omeopata

L' omeopata è il medico che ascolta e osserva : per far questo è necessario far tacere il rumore interiore dei propri schemi intellettuali, dei propri pregiudizi scientifici, della propria reattività.
Quando parlo di Omeopatia la intendo nel senso datole da Hahnemann: una medicina"totale" nella quale si fondono corpo spirituale e corpo fisico. Questa omeopatia , reale e unitaria, è una vera scienza di vita.
Il rimedio omeopatico , poi, non avendo la capacità soppressiva  dei farmaci tradizionali , agisce proprio stimolando la libertà di scelta e aumentando le risorse energetiche dell' individuo. Diventa quindi fondamentale il momento del dialogo tra medico e paziente, che si concretizza con l' anamnesi, ossia la raccolta di informazioni sul suo stato di salute.
In omeopatia l' anamnesi si intende in termini complessivi: riguarda,infatti, non solo la salute fisica , ma anche quella psichica, le abitudini, i sogni, le frustrazioni e le ambizioni e tutto ciò che incide sul benessere complessivo. L' interrogatorio è un incontro tra medico e paziente : questo dialogo ha un suo ritmo e richiede una attenzione particolare alle sfumature.

Infatti, nella malattia si racchiude un evento che può segnare non solo il corpo, ma il destino di una persona, e che assume la connotazione di una potente immagine da cui ci si deve far compenetrare.

Il presupposto del rapporto medico-paziente è una immedesimazione , quello che i filosofi chiamano empatia, e i buddisti compassione. Non c' è nulla che susciti emozioni forti come la malattia , come il manifestarsi alla.superficie di ciò che sta di solito all' interno del corpo. L' obiettivo dell' omeopata è il controllo dell' espressione automatica delle emozioni, non certo la loro negazione. Il linguaggio omeopatico è di tale raffinatezza e complessità che ci dimostra , a differenza del movimento metodologico della medicina attuale che muove dal malato verso la malattia, che l' omeopata percorre invece la via che conduce dallo studio dei disturbi alla conoscenza sintetica di un individuo, con il suo habitat, le sue reazioni , le sue caratteristiche psichiche , le sue modalità reattive.

lunedì 27 luglio 2015

Disturbi stagionali, rimedi e consigli dietetici omeopatici

In Omeopatia vi sono numerosissimi rimedi (=farmaci omeopatici) che possono essere utilizzati con efficacia indubbia  nei disordini alimentari o nelle forme patologiche in cui la prescrizione di una dieta viene accompagnata- o, per così dire, integrata- da quella del rimedio.
Il medico omeopatico,  per giungere a una  corretta prescrizione personalizzata, non può prescindere -al di là degli aspetti per così dire metabolico-nutrizionali- dalle manifestazioni   generali e psicoemotive, alla ricerca del “genio” del rimedio.

ALCUNI DISTURBI STAGIONALI CORREGGIBILI CON L’ OMEOPATIA : SUGGERIMENTI PRATICI IN ATTESA DEL MEDICO

DIARREA
Cosa osservare per orientarsi?
-aspetto della diarrea: acquosa, gialla, sanguinolenta?
-con  dolore?
- con vomito?
-modificazioni stato generale : febbre, stanchezza, disidratazione?

Podophyllum
Esempi pratici.

Diarrea senza febbre e senza vomito :
PODOPHYLLUM diarrea  del viaggiatore con spasmi (il medicamento del turista)

China

Diarrea indolore con moto gas intestinale
CHINA diarrea causata da frutta e liquidi gelati


Diarrea con feci semi-solide 
semiliquide ed eruttazioni
(il medicamento del ghiottone)
ANTIMONIUM CRUDUM 


Magnesia Phosphorica
Diarrea acquosa con dolori tipo colica da far piegare in due il malato
MAGNESIA PHOSPHORICA  









E qualche consiglio DIETETICO ..omeopatico.. per il caldo ….

-pasti leggeri con cibi poco conditi: pesce, verdure stagionali, frutta di stagione, cereali (farro, riso integrale..), pasta, riso
Il gelato con moderazione e comunque preferibilmente ai gusti di frutta
-liquidi : bere molto per non disidratarsi ; evitare bevande zuccherate: in alternativa preparare in casa per esempio, se gradita, bibita con acqua e  menta  e zenzero (dissetante e  ricca  di antiossidante) oppure aromatizzare l’ acqua con limone o arancia
-no alcool
-evitare dolci a base di crema
-no formaggi stagionati
-no carni con sughi  

sabato 25 luglio 2015

La mia poesia 'quotidiana'

Uomo malato
figlio dell’Universo
come le Stelle
al pari degli alberi
non tormentarti
la bufera si spegnerà
ciò che ferisce
anche risanerà
questa è l’arte
del guarire
sta in pace
con Dio
il tuo medico
ascolta.


E’ la sintesi dell’approccio del mio animo ogni qual volta una persona sofferente si rivolge a me, alla mia ‘arte’ terapeutica che è terapia non solo del corpo ma anche dell’anima. Se il medico, qualunque medico e qualsiasi specializzazione eserciti, non cerchi per lo meno di entrare nel linguaggio enigmatico della malattia anzi del malato non potrà esaudire la sua missione alta e unica.

domenica 19 luglio 2015

Perché l’ Agopuntura e l’ Omeopatia come scelta terapeutica?

Era il 1973, studente di medicina presso la Facoltà di Pavia, frequentavo la palestra di judo (le arti marziali per il loro messaggio educativo e filosofico mi sono sempre interessate) in preparazione dell’ esame di cintura nera:  incontrai un Maestro di judo, medico , che sapendo dei miei studi universitari , una sera di fine autunno al termine dell’ allenamento mi disse . “ Stai facendo medicina e tra poco sarai cintura nera di judo.. sai che la legge dello INN e dello YANG non solo si applica nelle arti marziali ma anche in medicina cinese? Leggi (mi consegnò un volume dal titolo “Traité d’ acupuncture” di Roustan) : non è possibile che un medico non conosca l’ agopuntura e un judoka che diventerà medico ancor di più…”
Il dottore partì per Londra dalla vecchia madre e ritornò dopo tre mesi . Lo rividi in palestra e gli dissi: “ Ho letto d’ un fiato il volume sull’ agopuntura..ma è difficile .. ho capito ben poco..” La risposta:“Le cose importanti sono difficili e richiedono impegno, studio, sacrificio, passione .. se l’ atmosfera.. dell’ Agopuntura ti è  piaciuta ..inizia a studiare ..la strada è lunga ..” E così la strada , la via, il DO , per usare un termine consono alle arti marziali iniziò ed è ancora lunga da percorrere…D’ altro canto ..”le cose importanti sono difficili…” aveva detto il dottore-maestro.

E l’ incontro con l’ Omeopatia?
Sempre un filo diretto con l’ Agopuntura . Alla Scuola Sowen di Milano , dopo un viaggio in Cina per approfondire gli studi sull’ Agopuntura,incontrai quello che sarebbe diventato il mio maestro di Omeopatia, il prof. Guido Granata. Pure lui medico agopuntore, dopo essere stato a sua volta  allievo dei migliori maestri francesi di omeopatia, istituì il primo corso a Milano, sempre presso la sede del Centro Studi sull’ Agopuntura Sowen , della Scuola di Omeopatia : e così , attratto dalla personalità unica del maestro e dal messaggio dell’ Omeopatia, per molti versi vicino a quello dell’ agopuntura (anche se con modalità operative ovviamente differenti) ,diventai uno dei primi suoi “discepoli” (uso il termine a lui caro e familiare  senza dubbio tra i più affezionati e prediletti.E così mi trovo ad essere il continuatore della sua Scuola con il compito da lui affidatomi di non fare spegnere, in questi tempi per molti versi complicati confusi e disorientanti, la “fiammella” dell’ Omeopatia.

martedì 14 luglio 2015

Le medicine energetiche

In Cina durante una seduta di agopuntura
Le” Medicine Energetiche “vengono  definite come tali perché la capacità reattiva dell’ organismo è totalmente determinante, a differenza di quanto accade con la medicina classica.
Ad esempio una polmonite che viene classificata dalla medicina classica come dovuta ad una infezione da
pneumococchi sarà guarita, giustamente ,dalla penicillina, a prescindere dallo squilibrio energetico del paziente; la stessa polmonite guarirà con un rimedio di omeopatia o con l’ agopuntura non appena sbloccati gli ingorghi, l’ energia vitale nel paziente possa riprendere il suo equilibrio.

Nell’ agopuntura non si somministra alcuna energia additiva mediante l’ affissione degli aghi: l’ azione è quella di riequilibrare il flusso dell’ energia nei meridiani principali vitali,” disperdendo”, ove esista, un plus patologico e” tonificando”, ove esista, al contrario, un minus altrettanto patologico.
Nell’ omeopatia , l’ input energetico, rappresentato dal rimedio , deve elidere l’ input patologico , rappresentato dalla malattia, uguale ma di segno opposto; l’ atto finale, cioè la guarigione, è costituito dal riequilibrio energetico del paziente.

Questa è la  sostanziale differenza tra la medicina classica,fondata sulla farmaco-clinica ,e la  medicina energetica, fondata sull’ azione dei rimedi omeopatici , o di input fisici, che hanno  come scopo  quello di riequilibrare un organismo che, proprio perché squilibrato, è entrato nel tunnel della malattia.
Questi metodi terapeutici non sono “propri in sé” , nel senso che non hanno , di per sé,una qualsiasi capacità o una qualsiasi efficacia : un ago non ha proprietà terapeutiche, se non inserito in un punto energeticamente sensibile e dove esista una condizione patologica di squilibrio.
Un rimedio di omeopatia non agisce se non  è “simile” al paziente; l’ atto terapeutico risulta da una sinergia contrapposta fra due simili , il cui risultato è l’ elisione.