Era il 1973, studente di medicina presso la Facoltà di Pavia,
frequentavo la palestra di judo (le arti marziali per il loro messaggio
educativo e filosofico mi sono sempre interessate) in preparazione dell’ esame
di cintura nera: incontrai un Maestro di
judo, medico , che sapendo dei miei studi universitari , una sera di fine
autunno al termine dell’ allenamento mi disse . “ Stai facendo medicina e tra
poco sarai cintura nera di judo.. sai che la legge dello INN e dello YANG non
solo si applica nelle arti marziali ma anche in medicina cinese? Leggi (mi
consegnò un volume dal titolo “Traité d’ acupuncture” di Roustan) : non è
possibile che un medico non conosca l’ agopuntura e un judoka che diventerà
medico ancor di più…”
Il dottore partì per Londra dalla vecchia madre e ritornò
dopo tre mesi . Lo rividi in palestra e gli dissi: “ Ho letto d’ un fiato il
volume sull’ agopuntura..ma è difficile .. ho capito ben poco..” La
risposta:“Le cose importanti sono difficili e richiedono impegno, studio,
sacrificio, passione .. se l’ atmosfera.. dell’ Agopuntura ti è piaciuta
..inizia a studiare ..la strada è lunga ..” E così la strada , la via, il DO ,
per usare un termine consono alle arti marziali iniziò ed è ancora lunga da
percorrere…D’ altro canto ..”le cose importanti sono difficili…” aveva detto il
dottore-maestro.
E l’ incontro con l’ Omeopatia?
Sempre un filo diretto con l’ Agopuntura . Alla Scuola Sowen
di Milano , dopo un viaggio in Cina per approfondire gli studi sull’
Agopuntura,incontrai quello che sarebbe diventato il mio maestro di Omeopatia,
il prof. Guido Granata. Pure lui medico agopuntore, dopo essere stato a sua
volta allievo dei migliori maestri francesi
di omeopatia, istituì il primo corso a Milano, sempre presso la sede del Centro
Studi sull’ Agopuntura Sowen , della Scuola di Omeopatia : e così , attratto
dalla personalità unica del maestro e dal messaggio dell’ Omeopatia, per molti
versi vicino a quello dell’ agopuntura (anche se con modalità operative
ovviamente differenti) ,diventai uno dei primi suoi “discepoli” (uso il termine
a lui caro e familiare senza dubbio tra
i più affezionati e prediletti.E così mi trovo ad essere il continuatore della
sua Scuola con il compito da lui affidatomi di non fare spegnere, in questi
tempi per molti versi complicati confusi e disorientanti, la “fiammella” dell’
Omeopatia.
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