Leggevo alcuni anni
or sono un dotto articolo di un medico
omeopata (veterinario), che metteva in
risalto un dato straordinariamente interessante e suggestivo: l’ Omeopatia
avrebbe addirittura il suo imprimatur e la sua genesi (il termine in questo
caso mi sembra proprio il più adatto) addirittura nella Bibbia. Dinanzi al
mistero della malattia e soprattutto a quello della guarigione spesso mi
ritorna in mente l’ episodio che Vi offro ad alta voce, soprattutto indirizzato
a chi soffre nel corpo e nell’animo.
Mosè |
Infatti,
nel “Viaggio nel deserto “ in Esodo (15,22,25) è scritto: “Poi Mosè
ordinò ad Israele di partire dal Mar Rosso; e si diressero verso il deserto di
Sur, camminando tre giornate nel deserto senza trovar acqua. Giunsero quindi a
Mara, ma non poterono bere le acque di quel luogo, perché erano amare, per
questo lo chiamarono Mara. Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: “Che cosa berremo ?” Ma egli gridò al Signore; e il Signore gli mostrò un legno,
che Mosè gettò nelle acque, le quali diventarono dolci...”
Ecco nascere
il principio basilare dell’ Omeopatia:
similia similibus curentur. L’ acqua ,
amara, viene trattata, da Mosè,
con qualcosa di amaro (il tronco di un albero). Sappiamo che i costituenti
fondamentali del legno sono la lignina, le emicellulose e la cellulosa, che
hanno un sapore amaro. D’ altro canto la Bibbia è una fonte di saggezza e meditazione
infinita anche sotto il profilo medico.
Curiosa, invece, la
posizione della CEI Conferenza Episcopale Italiana che in un documento recente
considera l’ Omeopatia una pratica medica incompatibile con la
fede!
E’ un’enorme
responsabilità mettere all’indice una preziosa ed efficace medicina dell’anima
e del corpo come l’Omeopatia ma rispetto il pulpito esattamente come rispetto,
sempre, il malato. A ciascuno la libertà di intendere e prendersi cura del
pensiero e della salute.
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